Le Macchiole
Parlare di Le Macchiole per me è onestamente complicato. Parliamo infatti di una cantina di cui è stato detto e scritto tutto da persone ben più competenti del sottoscritto. In questo articolo, più che in altri, scriverò invece dalla prospettiva di consumatore riportando gli aspetti della visita alla cantina che più mi hanno colpito.
Le Macchiole si trova sulla provinciale bogherese e già arrivando dalla strada si può intravvedere la facciata della cantina adornata da uno splendido murales dello street artist Ozmo. Quest’opera si estende su tutta la parete nord della cantina e racconta per mezzo di simboli, come in un’affresco rinascimentale, la storia e i valori della cantina. I 27 simboli dipinti a pennello spaziano da Giosuè Carducci al viale dei cipressi, da un cinghiale ad una simpatica coccinella simbolo di biodiversità e così via, e ognuno di essi ha ovviamente un preciso significato per l’azienda e la storia personale della famiglia. E’ un’opera d’impatto ma soprattutto è un manifesto, concepito dalla proprietaria Cinzia Merli e dai suoi figli per trasmettere la passione che stà dietro all’azienda.
visita Di una delle cantine leggendaRIE di Bolgheri, conosciuta da ogni amante del vino.
L’idea di inquadrare la cantina nell’ambito dell’arte emerge anche dal progetto Messorio04, contaminazione tra vino, arte e cultura, che ha visto l’artista toscano Stefano Tonelli dar vita all’opera su tela “Calligrafia di un sentimento”. Tale opera è poi stata suddivisa in 48 pezzi diventati a loro volta etichette per altrettante Mathusalem di Messorio annata 2004. Il ricavato della vendita di queste 48 opere d’arte ha poi permesso la realizzazione di cinque cornici in corten, posizionate con la collaborazione del Comune di Castagneto Carducci ad incorniciare cinque paesaggi chiave nella poetica del Carducci.
La filosofia
Le Macchiole come scelta aziendale produce i propri vini da vitigni internazionali in purezza, Paleo Rosso da Cabernet Franc, Paleo Bianco da Chardonnay, Messorio da Merlot e Scrio da Syrah. Unica eccezione il Bolgheri Rosso, una doc prodotta da blend di Merlot 40%, Cabernet Franc 30%, Cabernet Sauvignon 15% e Syrah 15%.
La ricerca dell’espressività di ciascun vitigno ha spinto questo produttore, a seconda dei casi, a mescolare uve monovarietali prodotte da differenti vigne. Così accade infatti per Messorio e Paleo Rosso, le cui uve provengono da differenti parcelle, mentre Scrio e Paleo Bianco sono monovarietali ottenuti da uve provenienti dalla stessa parcella. Queste differenze sono il frutto di scelte ponderate, maturate nell’arco di molte vendemmie, con lo scopo finale della ricerca della perfezione. Per l’assemblaggio dei suoi vini l’azienda, ad oggi, può contare su sei appezzamenti di circa 26 ettari complessivi: Vignone, Puntone, Casa Nuova, Casa Vecchia, Sommi e Ulivino. Le vigne vengono così utilizzate come una grande tavolozza composta da tantissimi colori: anno dopo anno, in cantina, si scelgono accenti di colori con intensità differenti per comporre, nelle giuste percentuali, i capolavori desiderati.
Nella tabella che segue vengono riepilogati i vitigni piantumati nelle principali vigne:
Puntone | Vignone | Casa Nuova | Sommi | |
Bolgheri Rosso 2017 | X | X | X | X |
Paleo Rosso 2015 | Cf | Cf | Cf | |
Scrio 2015 | Sh | |||
Messorio 2015 | M | M | ||
Paleo Bianco 2017 | Ch, Sv |
Di seguito, invece, a puro scopo esemplificativo, ecco come cambia la composizione e provenienza delle uve Merlot che compongono il Messorio, rispetto alla particella di provenienza.
Messorio | Vignone | Puntone | Casa Vecchia | Casa Nuova | Contessine |
2014 | X | ||||
2013 | X | X | |||
2007 | X | X | X | X | |
2004 | X | X | X |
La capacità espressiva di una vigna varia, oltre che per la posizione, anche per l’età della pianta stessa, pertanto ne consegue che siano amplissime le combinazioni di assemblaggio che si possono ottenere per un vino in purezza: esperienza, lavoro e dedizione rendono possibile la manifestazione di queste sfaccettature nel bicchiere.
A seconda del vino prodotto, le fermentazioni e le macerazioni si fanno in cemento o in acciaio. Per i vini più importanti della casa l’affinamento prevede un passaggio in barrique nuove per 18 mesi, mentre l’assemblaggio dalle diverse parcelle viene eseguito solo in un secondo momento.
Durante la visita abbiamo scelto di degustare tre dei più rappresentativi vini della cantina, quelli che più ci intrigavano: Bolgheri Rosso, Paleo Rosso e Messorio.
BOLGHERI ROSSO 2017 – doc
Frutti rossi sia al naso che in bocca, risulta ampio e balsamico con richiami floreali. Meno preciso ed inteso dei fratelli maggiori, ha invece dalla sua parte la freschezza e la facilità di beva che lo rendono adatto per ogni occasione. Ottimo il rapporto qualità prezzo.
Paleo rosso 2015 – toscana igt rosso
Primo vino prodotto dalla cantina a partire da 1989, nel corso degli anni ha cambiato composizione, in origine era un supertuscan (Cabernet Sauvignon/Franc, Sangiovese), poi per un paio d’annate è stato un taglio bordolese puro (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc) ed infine dal 2001 è divenuto 100% Cabernet Franc. Il passaggio al Cabernet Franc è merito della caparbietà di un uomo, lo scomparso Eugenio Campolmi, che in un periodo in cui a Bolgheri dominavano i tagli bordolesi ebbe l’ardire di puntare su un vino in purezza rinnovando un’etichetta già di successo.
Appare di un luminoso rosso rubino con qualche riflesso porpora, in bocca si esprime con eleganti toni erbacei, richiami di macchia mediterranea ed eucalipto, generosa scorta di frutti di bosco. Assaporandolo tutto è definito, preciso e pulito, una vera festa per le papille gustative. Equilibrio millimetrico e tannini di fattura pregiatissima, finale lunghissimo quasi balsamico. Grandissimo vino il mio preferito della cantina, di cui l’annata 2015 si dice sia destinata ad essere ricordata.
messorio 2015 – Toscana IGT rosso
Visivamente è di un rosso rubino da manuale, al naso frutti rossi con accenni balsamici soprattutto di macchia mediterranea. Entra in bocca con note di amarena, ciliegia e ribes, regala subito sensazione di rotondità ed equilibrio, il tannino è di velluto, scorre in bocca con una consistenza seducente. Nel finale vira verso sensazioni di tabacco, vaniglia e cannella, lasciando un ricordo interminabile di sé. Vino eccezionale e tra i migliori Merlot non solo d’Italia ma del mondo. Qui la natura dona degli aromi saturi ed intensi, poi il vignaiolo li lavora alla producendo un vino che ha tutto perfettamente al proprio posto: equilibrio, tannino e texture.
Oltre ai vini rossi viene prodotto un bianco misterioso Paleo Bianco, produzione ridottissima non disponibile in degustazione, la nostra guida racconta di un
bianco importante strutturato concepito per impressionare sul versante della complessità e della concentrazione. Speriamo un giorno di avere tra le mani una bottiglia per poter confermare quanto raccontato.