Cartizze PDc e Col del Lupo.
Visitiamo un paio di belle realtà, giovani e famigliari che in zona Valdobbiadene propongono la loro idea di eccellenza per il Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene DOCG. Ecco a voi: Cartizze PdC e Col del Lupo.
Un paio di anni fa mi è capitato di collaborare alla scrittura di un articolo su Col del Lupo. Dopo una bella visita alla proprietà accompagnati dal gentilissimo proprietario, Marco Rosanda, mi sono reso conto come, nonostante un’industrializzazione sempre più spinta del “fenomeno” Prosecco, esistessero anche cantine guidate da famiglie di vignaioli sinceri. Queste realtà sono certamente una sfaccettatura del diamante Prosecco non ancora lucidata a dovere, e su cui si dovrebbe puntare di più.
Pdc – solo cartizze, solo 10.000 bottiglie.
Di recente, su dritta di un amico winelover sono capitato da Cartizze Pdc, una cantina sita in Strada Cartizze ad un tiro di schioppo da Santo Stefano di Valdobbiadene. Di cantine che producono Cartizze, ce ne sono parecchie, infatti questa celebre collina è super-parcellizzata. Tuttavia, Cartizze PdC è l’unica che produce solo ed esclusivamente Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG. Si tratta di una produzione limitata a 10.000 bottiglie, suddivise equamente in due soli prodotti, Dry e Brut. Il diverso residuo zuccherino tra i due vini, rispettivamente di 27 g/l e di 5 g/l, delinea la loro diversità di carattere e di abbinamento.
Cartizze Dry è morbido e tradizionale, gioca su note floreali ed è perfetto per apertivi e feste. Cartizze Brut lo trovo più adatto alla tavola, abbinato con un buon pesce: è uno spumante che in bocca si esprime con note tipicamente fruttate e rimandi agrumati, agile quasi tagliente è uno di quei vini che non stancano mai. Le bollicine di entrambi i prodotti sono sottili e persistenti, merito di una permanenza prolungata in autoclave.
La mente dietro a questo splendido progetto è Pietro De Conti (da qui l’acronimo PdC che dà il nome all’azienda), che a partire dallo studio delle bottiglie, fino all’aspetto estetico della cantina, ha curato ogni singolo dettaglio al fine di trasmettere novità, qualità ed esclusività. I loro vini si possono acquistare on-line o in cantina e vi assicuro che il viaggio nel cuore delle colline patrimonio dell’UNESCO ne vale decisamente la pena.
Col del lupo – il valore aggiunto di essere vignaioli.
Col del Lupo, cantina di Marco Rosanda, ha avuto un paio di anni fa il grande merito di farmi scoprire il mondo del Prosecco prodotto da vignaioli. Questa bellissima realtà, ricava le proprie uve da uno spettacolare angolo di mondo di bellezza assoluta, un dolce cocuzzolo patrimonio dell’umanità con vista su altre colline patrimonio dell’umanità. Su questo fazzoletto bucolico una piccola casetta, talmente integrata con la natura da sembrarne diretta emanazione. L’amore per la propria terra è il vero valore aggiunto dell’essere vignaiolo e questo amore Marco Rosanda ce lo tramette oltre che con i suoi vini accurati e sinceri soprattutto con il tempo speso a promuovere il suo territorio.
I vini di Col del Lupo sono tutti Prosecco Valdobbiadene DOCG divisi in 4 prodotti: Brut, Dry Deligò, Extra Dry, e Col Fondo (di cui ho una passione particolare). Sono vini accurati ed autentici, anche in questo caso la differente percentuale di zucchero denota carattere e abbinamento del vino. Tra i quattro, tuttavia, due occupano un posto particolare nel mio cuore. Il morbidissimo Extra Dry che sorprende per la quantità e qualità di richiami floreali e Notae Col Fondo un prosecco tradizionale, minerale con abbondanti note di crosta di pane.
In conclusione, con questo mio breve articolo spero di avervi fatto venire un po’ di voglia di esplorare le colline di Valdobbiadene e scoprire così cantine come queste che vi ho raccontato. Cantine di nicchia sì, ma produttrici un grandissimo vino, il Prosecco a mio parere più autentico, che dalla piccola provincia Trevigiana, con orgoglio, ha conquistato il mondo.