Il vino in profumeria
Come sarebbe il mondo se il vino venisse venduto in profumeria ? Una piccola provocazione per parlare di degustazioni e wine-experience.
Come ho ribadito più volte in questo blog, il mio posto nel mondo del vino è quello del consumatore. Oggi, tuttavia, concedetemi di essere un po’ visionario e di condurvi in un ragionamento che spero possa stimolare lettori ben più preparati di me.
Oltre ad essere un umile degustatore, sono anche un abituale acquirente di profumi artigianali. Si tratta di profumi qualitativamente superiori che solitamente si vendono solo in profumerie particolarmente selezionate o spediti direttamente a casa.
In una profumeria solitamente il dialogo tipico con la commessa è del tipo: “Salve, vorrei un profumo! Mi piacciono i profumi con testa agrumata, corpo marino e finale boisè”. A questo punto la commessa ti propone una mezza dozzina di profumi, te li fa provare, prima su carta poi su pelle e quando proprio non ce la fai più, ti offre chicchi di caffè per riposare in naso affaticato. Al termine di tutto questo, si spera che tra i profumi provati il cliente decida di comprarne uno, se ciò non avviene nessun dramma, sarà per un’altra volta. I tester dei profumi servono per questo.
L’esperienza di acquisto, con i dovuti distinguo, è simile a quella che si vive in cantina o in enoteca. Anche lì si assaggiano vini e si compra poi quello che piace, tuttavia quando il consumatore si trova nella situazione di non voler comprare nulla, a differenza della profumeria, tutto sembra molto più difficile.
Da consumatore mi aspetterei di presentarmi in una cantina (se ovviamente la cantina è aperta agli assaggi) e provare i vini per poi scegliere se comprare 100, 10, 1 o 0 bottiglie. Ben inteso: un consumatore educato a mio parere dovrebbe avere la sensibilità di comprare almeno la bottiglia della bandiera, ma ritengo che la libertà di acquistare o meno dovrebbe essere garantita.
Recentemente, per il mio ultimo viaggio in una nota zona vitivinicola d’Italia, ho mandato 24 mail ad altrettante cantine per informarmi su aperture, punti vendita e prezzi di visita/wine-experience. Risultato: su 24 solo 5 cantine distinguono tra degustazione a scopo acquisto di vino e visita con degustazioni guidate giustamente a pagamento. E’ sacrosanto proporre le visite in cantina, magari sfoggiando qualche tasting room con vista spettacolare, ma non dimentichiamoci degli scenari in cui è sufficiente solo assaggiare il vino e comperarlo.
Tra le tante cantine visitate ho trovato qualche caso veramente al limite, ad esempio:
IO (dopo aver già degustato i vini e comprato parecchie bottiglie): Vorrei assaggiare l’annata in corso del vostro vino TOP (vino non presente in degustazione).
CANTINIERE: No, non posso. Se apro la bottiglia dopo la devi comprare.
IO: Cioè mi fai assaggiare il vino e poi devo comprarmi quella bottiglia aperta?
CANTINIERE: Eh sì perché il nostro miglior vino non lo teniamo in degustazione.
IO: O_O Ok, logico.
IO (in una famosissima cantina di Montalcino): Buongiorno sono interessato al vostro Brunello e al vostro Rosso di Montalcino, conosco le etichette.
CANTINIERE: Abbiamo le degustazioni guidate a partire da 4 vini con il nostro sommelier, ma per oggi c’è da aspettare.
IO: Guardi a me basta assaggiare quei due vini annata in corso, se necessario pago per degustare solo quei due vini.
CANTINIERE: Ok, allora posso farglieli assaggiare gratuitamente, ma solo poco però.
IO: O_O Perfetto! Non chiedo di meglio!
IO: Buongiorno quanto costa la visita della cantina?
CANTINIERE: La visita è gratuita, poi la degustazione prevede l’acquisto delle bottiglie che assaggerà.
IO: Scusi, non ho capito. Devo comprare proprio le bottiglie che assaggio? Quelle aperte?
CANTINIERE: Sì, stappo le bottiglie, gliele faccio assaggiare, poi ritappo le bottiglie e se le porta a casa nella shopping-bag che le offriamo.
IO: O_O Cioè non avete bottiglie in degustazione?
CANTINIERE: E’ la nostra politica.
Di fronte a queste “bizzarie” da consumatore chiedo a voi produttori: Perché diavolo i campioni dei vini li mandate solo ai critici e alle guide? Perché non iniziate a fare i “campionicini” dei vostri prodotti anche per i consumatori come fanno da decenni i produttori di cosmetici? I produttori di profumi mandano campioncini perfino attraverso i loro e-commerce, facendoli pure pagare, perché non farlo anche per il vino?
Non mi si venga a dire che il vino costa di più perché non è vero. Ci sono profumi che costano un’occhio della testa. Credetemi è molto più facile che voi riusciate ad annusare gratis del Creed Aventus (circa 186 euro la bottiglietta da 50 ml) che assaggiare dell’Ornellaia (circa 190 euro la bottiglia da 750 ml).
Da notare che se poi quel Creed Aventus lo comprate, vi regaleranno pure una serie di “campionicini” di altri profumi della stessa casa per invogliarvi a fare altri acquisti. Se comprate una bottiglia di Ornellaia, invece, difficilmente vi daranno sopra dei campioncini di Le Volte dell’Ornellaia.
Sono convinto che il mondo del vino, in epoca di rivoluzioni, debba chiedersi come il settore della cosmesi sia riuscito con i tester ed i campioni gratuiti a trovare una formula più efficace per diffondere la qualità dei prodotti “su strada”.
Per concludere, la più bella degustazione della vita l’ho fatta in una nota cantina alsaziana, guidata dal vecchio proprietario francese che, senza conoscere lui la mia lingua e io la sua, mi ha fatto assaggiare 37 vini. Non mi ha chiesto niente per la degustazione e io in cambio gli ho praticamente comprato mezza cantina. Quell’uomo era lì per vendere vino ed era certo di due cose: che i suoi prodotti erano ottimi e che io ero lì per comprare.
Cari amici produttori per vendere vino, in fondo, non serve altro che farlo assaggiare.