Lo ammetto il mio primo impatto con la Cote d’Or mi aveva un poco deluso, uscito dall’autostrada appena a nord di Beaune, avevo iniziato a percorrere la statale D974 tenendo a sinistra tutti quei vigneti leggendari e mi sembrava di essere arrivato in un posto un po’ anonimo. Certo le colline erano lì, ma ammettiamolo, sono molto più scenografiche le colline nostrane, comunque ero stanco per il lungo viaggio in macchina, quindi raggiunto il bed & breakfast me la sono messa via, ho scaricato i bagagli ho cenato e saluti.
Da Aloxe-Corton a Pernand-Vergelesses
Il mattino dopo, un mattino d’Agosto caldo da morire, sveglia presto e con lo stesso stato d’animo di un bambino la mattina di Natale, nel giro di un oretta sono fuori di nuovo in macchina pronto ad esplorare una delle capitali mondiali dei vini rossi. Dato che il nostro B & B si trova a Ladoix-Serrigny, vicino ad Aloxe-Corton, decido di puntare avidamente al più prossimo vigneto Gran Cru della zona.
La zona subito a nord di Beaune è caratterizzata dalla presenza della cosiddetta “Montagne” che a dire il vero è più una collina dall’andamento talmente dolce che le salite non sarebbero in grado di mettere in difficoltà neppure un cinquantino scassato. Questa collina, tuttavia, è rivestita delle vigne tra quelle più adatte a produrre vini dalla longevità ed eleganza leggendarie, soprattutto bianchi. Mano a mano che ci allontaniamo dalla D974 e superato il delizioso villaggio di Aloxe-Corton, iniziamo dolcemente a salire, butto un occhio sulla mappa delle vigne e mi rendo di essere circondato dalle prime vigne “Gran Cru” del viaggio. I leggendari vigneti di “Le Corton” (che dà parte del nome al villaggio di Aloxe) e “Le Charlemagne” sono proprio ai piedi della “Montagne” e lambiscono il boschetto che occupa la punta della collina.
La strada segue l’andamento di una valle tra due colline, in fondo ad essa si intravede il villaggio di Pernand-Vergelesses, il cui nome originario è però Pernand, i cittadini nel 1922 decisero di integrare il nome con quello della loro vigna più prestigiosa quella di “Les Vergelesses”. Questo premier cru si trova sulla destra poco prima di arrivare al villaggio e offre vini rossi famosi per la freschezza e per l’ottima capacità di invecchiamento. Alle spalle del villaggio sorge finalmente una collina con una pendeza degna di nota chiamata “Sour Fretille”. Essa è particolarmente vocata alla produzione di ottimi bianchi tanto da essere stata promossa nel 2000 a livello premier cru. Sulla cima della collina si trova un capitello dedicato alla Madonna, la vista da qui è meravigliosa, si domina una valle fatta di colline che sembrano ampie onde oceaniche.
La visita a Domaine Denis
Tutta quella bellezza e tutto quel caldo ad un certo punto hanno iniziato a mettermi sete, ma non una sete qualunque era più una sete di qualcosa di buono e sapendo di trovarmi nel posto giusto mi sono recato in una cantina che avevo precedentemente contattato via mail dall’Italia Domaine Denis. La cote-d’or è ovviamente piena di cantine e scegliere non è facile, io ho optato per cantine piccole, famigliari e che avessero i vigneti nel villaggio di residenza. Onestamente credo che questo sia solo uno degli infiniti possibili criteri di scelta, tuttavia posso consigliarvi un paio di cose:
- Le cantine che trovate nelle guide di facile reperibilità in Italia sono solitamente quelle top dove se non si sta attenti si può facilmente spendere centinaia di euro per una bottiglia.
- In Francia le parole maison e domaine non sono messe a caso e delineano nettamente la differenza tra storie di famiglie di vignerons (i domaine) dediti alla coltivazione della vigna e dei negociants (le maison) dedite all’acquisto di uve o di vini. Un tempo le due tipologie di famiglie si occupavano di parti differenti della filiera di produzione ora invece rappresentano filosofie differenti di concepire il vino.
per poi gioire su due pinot noir da manuale “Creux de la Net” e “Les Vergelesses”.
Da Domaine Denis veniamo coccolati e ci fanno assaggiare rigorosamente in ordine di qualità praticamente tutti i loro vini bianchi e rossi. Si parte dai bianchi, i loro base Borgogne Aligotè e Borgogne Blanc, il loro splendido Village Blanc e in fine il Premier-cru “Sous-Fretille” che da solo vale il viaggio. Con i rossi partiamo direttamente dal village, più rustico di quanto mi aspettassi per poi gioire su due pinot noir da manuale “Creux de la Net” e “Les Vergelesses”. Onestamente il primo già pronto il secondo mi ha dato l’impressione di essere ancora in età puberale.
Concludendo, il giro per Aloxe-Corton e Pernand-Vergelesses è stato quello che ci voleva per prendere dimestichezza con la Cote d’Or. Questa è una zona che nell’album delle leggende è forse un po’ in ombra, ma che con la vista dall’alto su queste colline dall’andamento dolcissimo, può far capire quanto questo territorio sia unico.